Commento Liturgia - Parrocchia San Fedele da Sigmaringa

Parrocchia San Fedele Martire
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Io sono la Risurrezione e la vita - Gv 11
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Commento Liturgia

Catechesi

IL VANGELO DELLA DOMENICA
commento di don Fabrizio

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XIV Domenica del T.O. - Anno - A

Dal libro del profeta Zaccarìa (Zc 9,9-10)
Così dice il Signore: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina. Farà sparire il carro da guerra da Èfraim e il cavallo da Gerusalemme, l’arco di guerra sarà spezzato, annuncerà la pace alle nazioni, il suo dominio sarà da mare a mare e dal Fiume fino ai confini della terra».

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

«Il Signore non chiama questo o quello in particolare, ma si rivolge a tutti quanti sono tormentati dalle preoccupazioni, dalla tristezza o si trovano in peccato. Venite, non perché io voglia chiedervi conto delle vostre colpe, ma per perdonarle. Venite, non perché io abbia bisogno delle vostre lodi, ma perché ho una ardente sete della vostra salvezza. “Io”, infatti, egli dice, “Vi darò sollievo”. Non, semplicemente “vi salverò”, ma molto di più: “vi porrò in assoluta sicurezza”. Perciò non vi spaventate, non abbiate timore quando udite parlare di “giogo e peso”, perché esso è e sarà “leggero”. Anzi tutto puoi sopportare se diventi umile, mite e modesto. “Che cosa temi?”, sembra dirci Gesù: forse di essere sminuito se sarai umile? Tu guarda a me e considera gli esempi che ti ho dati: l’umiltà di cuore sarà la tua grandezza»

(GIOVANNI CRISOSTOMO, Omelie sul vangelo di Matteo XXXVIII, 2ss.).

La profezia del Profeta Zaccaria racconta che nel futuro nascerà il nostro Dio, quello che cavalcherà un asino. Si, il Gesù della Domenica delle Palme nascerà a Betlemme con già scritta tutta la sua umiltà. Il DNA di Dio è sconvolgente per noi! Gesù dal suo primo vagito orienta le nostre aspettative umane verso un percorso mite che corregge le nostre vie deformate dal peccato. Quante volte cercando giustizia e verità, ci siamo ritrovati con le mani insanguinate dalla vendetta. Il nostro pianto era una preghiera che cercava in Dio solo un giustiziere. E tutto questo, Gesù lo conosce lo ama, e lo salva.

Il Signore non è abituato ai rinfacci. Anzi, laddove ci vede più incrostati di ipocrisia, Lui insiste a scartavetrare dalla nostra anima la visione distorta che ci fa desiderare un Dio potente, nel senso di vendicativo e arbitrario, che deve venire a mettere a posto le cose. E invece il Signore che cavalca un asino, desidera far luccicare nella coscienza la consapevolezza che le cose sono già a posto nel cuore mite del Signore. Semmai devono ancora collocarsi come tasselli nel puzzle della nostra storia e di quella universale. La mia e la vostra esistenza sono un piccolo spicchio in cerca dei giusti confini in cui trovar pace.

Diventiamo umili, non nel senso di non credere più in noi stessi, o di aver paura di sognare oltre gli standard di argini e confini prefabbricati. No. Umili, secondo Dio, nel senso che tutto ciò che pensiamo e crediamo passi attraverso la fantasia del cuore di Dio. Tutto sia impastato della sua Parola e della sua Volontà. E allora ogni cosa sarà chiara, limpida, autentica. Tutto ciò che desideriamo se farà tappa, sosta nel cuore di Dio, allora una anche piccola realizzazione la troverà. Ogni cosa che staziona nell’anima mite del Salvatore, non torna a noi senza un nuovo calore, motivazione, generosità, energia.

Cosa temi, perciò ci dice San Giovanni Crisostomo? Si, cosa possiamo temere dalla vita? Nulla, se umilmente, teneramente ci appoggeremo sul cuore di Gesù, che tanto ci ama. Proprio come fece San Giovanni nel Cenacolo mentre reclinava il suo capo sul battito pulsante del cuore del Figlio di Dio. Cosa può mai intimorire chi vive, chi pensa e chi agisce come fosse adagiato al petto del Redentore? «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.»

Sia lodato Gesù Cristo

WebMaster DONFY
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